
Relazione tra alimentazione e rischi cardiovascolari
Molte possono essere le risposte a questa domanda, e tante possono essere dettate dalle nostre esperienze e dal nostro giudizio soggettivo. Valutando però in ampio spettro si evince che nel mondo vive chi riesce a gestire al meglio l’ambiente in cui è immerso, o meglio ancora, chi riesce a gestire i fattori ambientali, fisici, psichici e sociali.
Quindi la risposta è: vive chi si adatta…
Nel tempo l’uomo si è evoluto e con se si sono evoluto i fattori di rischio, in particolare in questo articolo parlerò di rischi cardiovascolari. Al giorno d’oggi i fattori prettamente papabili sono:
- fumo,
- sedentarietà e aumento del BMI,
- innalzamento dell’età di vita,
- sonno non regolare,
- alimentazione sbagliata e ricca di cibo sia spazzatura.
Tutti questi fattori, in particolare l’ultimo, aumentano i rischi di dislipidemie e aumento delle LDL.
Quali sono i valori di sicurezza
Se vogliamo essere in sicurezza dobbiamo tenere a bada determinati valori, i quali, per ridurre il rischio devono rientrare all’interno di un range di sicurezza:
Colesterolo totale
- inferiore a 200 mg/dL : valori normali
Colesterolo HDL
- superiore a 40 mg/dL per gli uomini : valori normali,
- superiore a 50 mg/dL per le donne : valori normali.
Trigliceridi
- inferiore a 150 mg/dL : valori normali a digiuno
Colesterolo LDL – valori normali
- inferiore a 160 mg/dl per i soggetti senza o con un solo fattore di rischio,
- inferiore a 130 mg/dl per i soggetti con più di un fattore di rischio,
- nferiore a 100 mg/dL per i soggetti con cardiopatia ischemica o diabete.
Cosa fare per ridurre e migliorare il profilo di rischio?
Secondo le nuove linee guida congiunte delle società europee di cardiologia (ESC) e dell’aterosclerosi (EAS), i nuovi obiettivi di colesterolo LDL si sottolinea l’importanza della terapia di combinazione, in particolare nei pazienti a rischio alto e molto alto, che prevede in prima battuta l’aggiunta alla terapia con statine alla massima dose tollerata dell’ezetimibe e poi di un inibitore della PCSK9 per raggiungere i livelli indicati. L’utilizzo di PCSK9 in pazienti in prevenzione secondaria o in particolari categorie di soggetti in prevenzione primaria (ipercolesterolemia familiare), viene raccomandato in questa nuova versione del documento (classe di raccomandazione IA).
Per completare il profilo di rischio CV (cardiovascolare), le linee guida suggeriscono di effettuare una valutazione eco-color-Doppler dei vasi epiaortici o degli arti inferiori. Il dosaggio dell’Apo B e il calcolo del colesterolo non HDL sono raccomandati nei soggetti con trigliceridi elevati, diabete, obesità, sindrome metabolica, bassi livelli di colesterolo LDL (che potrebbero portare a sottostimare il rischio CV).
Tutti, secondo le nuove linee guida, dovrebbero fare una tantum (idealmente intorno ai 40 anni d’età) un dosaggio della Lp(a) (lipoproteina ‘a piccola’) nell’ottica di individuare quei soggetti che, presentando elevati livelli di Lp(a), risultino ad alto rischio CV, ma anche per meglio stratificare i soggetti ad alto rischio e quelli con anamnesi familiare positiva per eventi cardiovascolari precoci.
Nelle linee guida l’indicazione ad effettuare la TC coronarica con il calcolo del CAC (coronary artery calcium) va considerata nei pazienti asintomatici a rischio basso o moderato al fine di una miglior stratificazione del rischio stesso. Le HDL non sono target terapeutico, ma vanno utilizzate per una migliore stratificazione del rischio. Infine, nei pazienti a rischio elevato con trigliceridi tra 135 e 499 mg/dl nonostante il trattamento con statina, andrebbe considerata l’aggiunta di n-3 PUFAs (acido etilico eicosapentaenoico) al dosaggio di 2 grammi x 2 al giorno.
Quali sono i nuovi valori?
Ecco, dunque, i nuovi target di trattamento a seconda delle diverse categorie di rischio (valgono sia per la prevenzione primaria che per la prevenzione secondaria e la terapia va sempre associata al cambiamento dello stile di vita):
- pazienti a rischio molto alto (rischio di morte cardiovascolare a 10 anni ≥ 10%): ridurre il colesterolo LDL di almeno il 50% rispetto ai livelli basali e < 55 mg/dl;
- pazienti a rischio molto alto che facciano un secondo evento vascolare (non necessariamente uguale) entro 2 anni dal primo durante terapia con statine al dosaggio maggiore tollerabile: ridurre il colesterolo LDL sotto i 40 mg/dl;
- pazienti a rischio alto (rischio di morte cardiovascolare a 10 anni ≥ 5% – < 10%): ridurre di almeno il 50% i valori di colesterolo LDL rispetto a quelli iniziali e < 70 mg/dl;
- pazienti a rischio moderato (rischio di morte cardiovascolare a 10 anni ≥ 1% – < 5%): ridurre il colesterolo LDL sotto i 100 mg/dl;
- pazienti a rischio basso (rischio di morte cardiovascolare a 10 anni < 1%): ridurre il colesterolo LDL sotto i 116 mg/dl.
Quali metodiche e alimentazione adottare?
1. aumentare l’attività fisica,
2. acidi grassi saturi: non più del 7% delle kcal totali,
3. colesterolo nella dieta: minore a 300 mg/die,
4. aumentare la frutta e la verdura nei pasti,
5. ridurre la carne rossa,
6. aumentare l’assunzione di pesce,
7. ridurre i carboidrati semplici e aumentare i carboidrati complessi e integrali,
8. bere almeno 2 l di acqua,
9. abbinare una sana alimentazione con assunzione di nutraceutici (berberina, riso rosso fermentato etc..),
10. chiedere sempre un consiglio al medico o allo specialista.
Dott. Simone Magi
Biologo nutrizionista Iscritto all’albo dei Biologi A .n. ordine :AA_084086
Responsabile area nutrizionale per Aerogene Fitness School